Tirreno Power: gip fa sequestrare impianto

13.03.2014 17:03

La centrale a carbone Tirreno Power a Vado Ligure è sotto sequestro e gli impianti sono in fase di spegnimento. Il gip del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, ha accolto la richiesta della Procura e ha dato mandato ai carabinieri di mettere i sigilli agli impianti. Dagli accertamenti svolti sarebbe emerso il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Aia e l'assenza del "sistema di monitoraggio a camino", che avrebbe dovuto essere realizzato entro il 14 settembre dell'anno scorso. Il gip spiega nell'ordinanza che la centrale potrà ripartire dopo che si sarà messa in regola introducendo tecnologie adeguate.

Da fonti dell'azienda si apprende che le contestazioni della procura di Savona sono ora all'esame dei legali della società.

E' stato avviato lo spegnimento dei due gruppi a carbone per la produzione di energia; resta in funzione quello a gas non soggetto ad Aia. Per mettere a riposo gli impianti a carbone serviranno circa 20 ore: sei per completare lo spegnimento e altre 14-15 per smaltire il carbone all'interno dei gruppi. Nominato custode giudiziario il direttore della centrale Massimiliano Salvi. Tirreno Power è controllata al 50% da Gdf Suez, al 39% da Sorgenia, società del gruppo Cir che fa capo a Carlo De Benedetti, al 5,5% Hera e al 5,5% Iren.

La procura di Savona, che da tempo indaga sulle emissioni della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure, aveva chiesto il sequestro dell'impianto in seguito alle verifiche che sono state effettuate dai consulenti del Ministero dell'Ambiente e della Procura. Dagli accertamenti svolti sarebbe emerso, in particolare, il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Autorizzazione integrata ambientale.

Sull'attività di Tirreno Power sono aperti due filoni d'inchiesta, una per disastro ambientale e una per omicidio colposo. Risultano indagati per disastro ambientale Giovanni Gosio ex direttore generale, dimessosi alcune settimane fa, e il direttore dello stabilimento Pasquale D'Elia. Ci sarebbe anche un terzo indagato di cui non si conosce il nome. Secondo la procura di Savona, i fumi della centrale hanno causato 442 morti tra il 2000 e il 2007.

Per il procuratore Granero la centrale avrebbe causato anche "tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012".

Tre settimane fa la procura aveva acquisito un verbale dell'Ispra, l'Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale del ministero dell'Ambiente, redatto durante una visita di routine.

L'azienda si è sempre difesa sostenendo che gli studi dei consulenti di parte hanno delle "criticità". "Non sono mai state sottoposte a un contraddittorio, non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti. Tale mancanza di chiarezza è accompagnata dall'assenza della doverosa analisi di robustezza, di sensitività e quindi di affidabilità globale del metodo adottato. Anche per questo motivo non si può affermare in concreto alcun nesso di causalità" tra morti, malattie ed emissioni. Secondo l'azienda, nelle perizie dei consulenti della procura mancherebbe anche lo studio della ricaduta a terra delle particelle inquinanti.

 

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